Lo studio - Sito del tenore Roberto Scandurra

Vai ai contenuti

Menu principale:

Lo studio

Nel mio caso, quello che mi mancava era la  disinvoltura nell’affrontare il pubblico e una modesta resistenza fisica, infatti se di mattina provavo, la sera non potevo cantare perché mi ero già stancato, avevo bisogno di almeno un giorno di riposo per riprendermi. Inoltre i professionisti cantano ogni volta che vengono chiamati, mentre a me piaceva cantare solo quando mi andava, per cui se dovevo dare un concerto e non me la sentivo di cantare, dovevo rinunciare, questo voleva dire che non potevo fare il cantante di professione.
 
Quando ho deciso di smettere dopo una serie di concerti - una quarantina - e selezioni da Opere (avevo circa 30 anni), mi sono recato per circa un anno dal mio maestro di spartito - il Maestro Alberto Leone del teatro dell’ Opera di Roma - solo per registrare un gran numero di arie  da opere e romanze antiche, per avere un ricordo del mio periodo trascorso immerso nel mondo della musica.

Devo dire che quei dodici anni trascorsi studiando e cantando i vari personaggi delle grandi opere liriche, è stato il periodo più bello della mia vita, perché un giorno ero Mario Cavaradossi, un’altro Pinkerton, un altro ancora ero Manrico ecc., e spesso ci riunivamo , quando preparavamo qualche selezione da opera - da dare in concerto - con soprani, baritoni e bassi per  provare l’opera di turno, ci divertivamo molto.
 
Ricordo che una volta mentre preparavo il duetto dalla Forza del destino di Verdi con un collega baritono, quando lui (tutto serio e con voce possente ) mi chiamava:“Capitano” io nei panni di Don Alvaro dovevo rispondere “ Chi mi chiama”, invece sbottavo a ridere e gli dicevo : “ ma che capitano, non sono nemmeno soldato semplice” e giù a ridere.
 

La romanza completa è nella sezione: videoclip romanze da opere
 
Torna ai contenuti | Torna al menu